CAVRIANA – Il limitare delle colline moreniche

In realtà il borgo mostra a chi lo visita una concentrazioni di manufatti storici che lo rendono senza dubbio degno di una visita approfondita

Personalmente ho sempre considerato Cavriana fermandomi ad identificarla con la sua Pieve (Santa Maria della Pieve), una chiesetta isolata dedicata alla Madonna Immacolata ed edificata nel XII secolo.

Il motivo è semplice: innanzitutto si tratta di un edificio di pregio e decisamente ben mantenuto, condizione aiutata sicuramente dal restauro avvenuto negli anni ’50 del secolo scorso; e proprio nel punto dove la pieve sorge, medesimo luogo dove si interrompe bruscamente l’area delle colline moreniche, la vista si apre lungo la pianura Padana fino a Mantova e oltre e raggiunge, in giornate limpide, i rilievi appenninici.


In realtà il borgo mostra a chi lo visita una concentrazioni di manufatti storici che lo rendono senza dubbio degno di una visita approfondita: la Parrocchiale di Santa Maria Nova in stile tardo barocco lombardo, l’Oratorio di San Sebastiano coevo della Pieve, la Rocca Fortezza che, dopo che i Gonzaga la consolidarono per proteggere i loro confini dai Visconti di Milano, divenne la più ampia fortificazione del territorio mantovano; infine la rinascimentale Villa Mirra il cui complesso, posto alle pendici della collina su cui sorgeva l’antica fortificazione, si articola intorno alla villa nobiliare che sorge al centro di un ampio giardino e comprende vari annessi, che ora contengono tra l’altro la biblioteca ed il Museo Archeologico dell’Alto Mantovano.

Villa Mirra ospitò durante le guerre risorgimentali il quartier generale delle truppe austriache e successivamente dette alloggio all’imperatore Napoleone III, vincitore della battaglia di Solferino e San Martino, passata alla storia come una delle fasi più decisive del Risorgimento che ebbe il suo epilogo proprio a Cavriana, che era ormai semidistrutta dai bombardamenti. La Villa, con la sua camera degli Imperatori, ora visitabile grazie ai restauri e alla ricomposizione dei suoi arredi originali, è stata anche usata nel 1975 come luogo di riprese per il film “Salò e le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini.


Patrono di Cavriana è San Biagio, che come è noto viene festeggiato all’inizio del mese in cui scriviamo; la sua celebrazione è un momento molto sentito dagli abitanti e culmina con la degustazione della torta dedicata al Santo, cucinata secondo una ricetta secolare e tramandata di generazione in generazione.
Il territorio che circonda il borgo è ricco di colture e molto curato. Agli incroci o ai lati delle strade, si possono vedere le caratteristiche edicole votive, i piccoli tempietti che accompagnano il viaggiatore nel suo percorso di scoperta…..

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