Le ville romane sul lago di Garda

Il Lago di Garda ha importanti aree archeologiche risalenti all'epoca romana che testimoniano un glorioso passato: andiamo a scoprire le ville romane!

La parte meridionale del lago di Garda è caratterizzato dalla presenza di aree archeologiche che raccontano la vita del luogo in epoca romana. Ebbene si, sul lago di Garda è possibile trovare delle testimonianze molto importanti di edifici residenziali risalenti come ville lussuose, di dimensioni ampie e costruite in luoghi strategici.

Spesso e volentieri gli ambienti erano costruiti seguendo l’andamento del terreno che scende verso il lago, con la una parte posta naturalmente in posizione leggermente più elevata, distribuita su una o più terrazze degradanti. L’area di maggior prestigio sicuramente era quella che si affacciava verso il lago e spesso serviva anche per l’ormeggio dei mezzi di trasporto sul lago.

Ovviamente, essendo edifici residenziali, le famiglie proprietarie appartenevano alla nobiltà romana, di esponenti locali che avevano raggiunto posizioni di spicco o personaggi di rilievo delle due vicine città di Verona e Brescia, cui faceva capo in età romana il territorio del lago.

Verso la fine dell’età romana una forte crisi economica cancellò la piccola e media proprietà nelle campagne, favorendo però la costruzione di svariate villae: i possessores si trasferirono dalle città per prendere il loro posto, costruendo ville enormi, lussuose e sontuose; acquisendo una sempre maggiore autorità nella società dell’epoca.

VILLA ROMANA DI DESENZANO

Risulta essere la più importante testimonianza nell’Italia del Nord per quanto riguarda le grandi ville tardoantiche.

Costruita in un punto strategico, sorgeva poco vicino alla via Gallica, via che collegava Bergomum, Brixia e Verona e pensate che la sua superficie originale copriva ben 11.000 metri quadrati.

Oggi rimane ben poco della sua struttura ma grazie ai ritrovamenti risalenti al 1921-23, si è riusciti a datare la sua nascita e la sua vita tra la fine del I sec. a.C. e il V sec. d.C.. I mosaici sono il punto forte di questa villa che dovevano ricoprire una buona parte della pavimentazione e dei muri: stiamo parlando di oltre 240 mq di mosaici policromi di pregevole fattura che rappresentano soprattutto scene di amorini vendemmianti o su bighe in corsa, menadi e satiri, animali selvatici, allegorie.

Al momento non si è riuscito a risalire al nome dei vari proprietari maa è possibile che tra questi ci fosse Flavius Magnus Decentius, fratello dell’imperatore Magnenzio (350–353 d.C.), da cui deriverebbe il nome attuale della città di Desenzano.

GROTTE DI CATULLO A SIRMIONE

Credo che le Grotte di Catullo siano il luogo più suggestivo della zona perché costruite sulla punta della penisola di Sirmione che domina dall’alto dello sperone roccioso il bacino del lago. Inoltre la villa che doveva essere grande circa 2 ettari, è situata all’interno di uno storico uliveto composto dal ben oltre 1500 piante.

Ma perché una villa romana viene chiamata “Grotte di Catullo“? Catullo, poeta latino di origine veronese e morto nel 54 a.C., scrisse alcuni versi  dove decantò Sirmione, gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi: fu così che col Rinascimento le strutture caratterizzate da vani crollati, coperti dalla vegetazione ed entro i quali si poteva entrare come in cavità naturali, vennero chiamate “Grotte di Catullo”.

All’interno dell’area archeologica è stato aperto un bellissimo Museo archeologico di Sirmione, che espone reperti provenienti da Sirmione e da alcuni siti del basso Garda. Aperto nel 1999, è un valido supporto alla visita all’area archeologica e raccoglie le testimonianze della storia più antica della cittadina.

VILLA ROMANA DI TOSCOLANO MADERNO

Questa villa romana è anch’essa uno splendido esempio di residenza di lusso dopo quelle di Desenzano e Sirmione: la sua estensione arrivò a ben 12.000 mq. Costruita nel I d.C., nel corso dei secoli subì dei cambiamenti e fu abitata fino al V secolo d.C., periodo in cui venne distrutta.

Il momento di maggiore splendore è sicuramente databile tra la fine del I e la prima metà del II secolo d.C. grazie alla presenza di Marco Nonio Macrino, console nel 154 d.C. e appartenente ad una delle più importanti famiglie bresciane dell’epoca. E’ solo nell’Ottocento che furono effettuati i primi scavi, ripresi poi nel 1967  grazie a dei ritrovamenti fortuiti.

Attualmente è visibile soltanto il suo settore meridionale e comprende diversi vani, alcuni dei quali conservano pavimenti a mosaico con motivi geometrici – alternando le sole tessere bianche e nere a tessere colorate e accompagnati da bellissimi affreschi che caratterizzano le sale affacciate una terrazza con vista lago. A questi vani si accedeva da un lungo ambiente, solo parzialmente scavato, che conserva ancora parti dell’intonaco dipinto.

Con quale gioia e felicità ti rivedo
Sirmione, gioiello delle penisole e delle isole,
fra tutte quelle che il duplice Nettuno accoglie nei
chiari laghi e nei vasti mari!
A stento credo di aver lasciato la Tinia
e le terre bitinie e di rivederti fuori da ogni pericolo.
…Salve, o bella Sirmione, gioisci del tuo signore;
e gioite voi, o Lidie onde del lago:
risuonate, risate tutte della casa.

Caio Valerio Catullo

Il Miraggio - consigli di viaggio e arte

Laureata in Storia dell’Arte e amante dei viaggi, ho spesso lavorato nel mondo del turismo; dopo un colpo di fulmine per la carta stampata (lavorando in libreria e in biblioteca, come non averlo?), mi sto interessando di scrittura e tra i miei sogni nel cassetto c’è quello di poter organizzare viaggi culturali (magari anche sostenibili, nel rispetto delle culture, delle popolazioni locali e dell’ambiente). I posti che adoro di più? L’Irlanda, Venezia e tutte quelle località dove c’è il mare … infatti, ironia della sorte, vivo in montagna! Seguimi su www.ilmiraggio.com

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