La ricchezza di Castiglione delle Stiviere

Castiglione delle Stiviere, secondo centro della provincia di Mantova per numero di abitanti dopo il capoluogo stesso, è situato a cavallo tra la pianura ed i primi rilievi morenici. Ha conosciuto a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso un significativo sviluppo industriale.

 

Come accennato nel post precedente dedicato a Solferino, il legame che unisce questa cittadina agli altri paesi della zona non è solamente di tipo geografico-morfologico, ma vede le sue radici nella Storia.

Castiglione delle Stiviere, secondo centro della provincia di Mantova per numero di abitanti dopo il capoluogo stesso, è situato a cavallo tra la pianura ed i primi rilievi morenici. Ha conosciuto a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso un significativo sviluppo industriale.

Si può quindi affermare che si distacca dal modello dei borghi e dei centri abitati che abbiamo incontrato fino ad ora, ma ne condivide le vicende, vantando dei trascorsi storici di rilevanza che si leggono percorrendo le sue vie e osservando i suoi edifici storici.

Tra questi vogliamo ricordarne due in particolare, perché  _al di là della loro rilevanza architettonica_ sono testimoni di vicende e simboli di personalità importanti che proprio qui hanno dato inizio a un cammino di idee ed insegnamenti che nei secoli hanno non solo mantenuto, ma persino ampliato le loro valenze: Il primo è la Basilica di San Luigi, fatta costruire dai Gesuiti tra il 1608 ed il 1625 per contenere una reliquia e onorare la memoria del Santo, che venne invece battezzato e ricevette la prima comunione nel Duomo, edificio che si eleva sulla cittadina e che fu costruito nel 1762 sul luogo dell’antica chiesa dedicata ai Santi Nazario e Celso.

Il secondo è relativo a un periodo un po’ più recente: molti tra i feriti della battaglia di Solferino e San Martino furono trasportati e ricoverati proprio a Castiglione, ricevendo, senza distinzione di nazionalità, le cure delle donne del luogo.

Questo esempio di generosità e di straordinaria umanità impressionò ed ispirò un cittadino svizzero, Henry Dunant,  che si era recato sul campo di battaglia per perorare presso Napoleone III un suo progetto imprenditoriale, e che si ritrovò invece testimone di uno dei grandi massacri della storia ma anche degli episodi di generosità che ne scaturirono, raccontati poi realisticamente nel libro “Un Souvenir de Solferino”.
Svelando al mondo una triste realtà da molti sospettata ma dalla maggioranza mai considerata, diede l’avvio ad un progetto filantropico che portò alla Conferenza di Ginevra del 22 agosto 1864, incontro che favorì la nascita della Croce Rossa.
Per approfondire la storia dell’opera umanitaria di Dunant consiglio la lettura dell’articolo di Alberto Paleari “ La parabola di Henry Dunant, Il premio Nobel della Croce Rossa”, apparso sul Corriere.it il 21 marzo 2015 e la bellissima opera musicale “Henry ha un’idea” messa in scena dagli allievi del Corso di Composizione della Scuola di Musica del Garda di Desenzano, visibile in video sul sito della Scuola e rappresentata per la prima volta il  24 novembre 2013.

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