Moniga del Garda: un’oasi di relax e gusto sulle rive del lago

Il piccolo borgo di Moniga del Garda offre storia, cultura, spiagge, passeggiate e tutto il sapore dei prodotti tipici del territorio.

Moniga del Garda è uno dei 7 borghi che compongono la splendida Valtenesi, nel cuore delle colline fra Desenzano e Salò.
I visitatori possono immergersi nella pace e nel relax, che qui regnano sovrani anche in alta stagione.
Un territorio che offre storia, cultura, spiagge, passeggiate e tutto il sapore dei prodotti tipici, fra cui vino rosè e olio extravergine Dop.

Cenni storici su Moniga del Garda

Le origini del paese sono molto antiche, vi sono infatti resti di una palafitta risalenti circa al 1800-2000 a.C., Età del bronzo antico. Mentre una ara testimonia la presenza dei romani del IV e V secolo a.C.
Moniga oggi ha la tipica struttura medievale con innumerevoli stradine e vicoletti, e il suo pittoresco Castello con le strutture murarie.

Cosa vedere a Moniga del Garda

Il Castello

Moniga del Garda, come Padenghe e molti altri borghi della Valtenesi, vanta un Castello che, rispetto ad altri simili, è particolarmente ben conservato. La sua funzione originaria non era difensiva, ma piuttosto di rifugio per la popolazione del villaggio durante situazioni di pericolo; è quindi corretto definirlo un castello-ricetto (dal latino receptum = rifugio).
Situato nella parte occidentale del paese su una piccola altura, non è costruito sul ciglio di una scarpata, ma su una strada che collega altri castelli circostanti. Questa posizione meno strategica potrebbe spiegare perché non abbia mai ospitato un signore e quindi non sia stato soggetto ad attacchi di conquista, preservandolo da modifiche architettoniche significative.
Costruito nel X secolo per difendere la popolazione dalle incursioni degli Ungari, il castello di Moniga ha subito varie trasformazioni nel corso dei secoli. Dopo il periodo delle incursioni, il castello fu abbandonato e lasciato al suo destino di decadenza. Successivamente, fu utilizzato come deposito e rifugio per gli animali, fino a diventare una sorta di bivacco e terra di nessuno.
Le sue mura, con i loro merli ghibellini, orti e case all’interno, sono state oggetto di modifiche tra il XIV e il XV secolo. All’interno della cinta muraria sono state costruite abitazioni private e piccoli orti. Il portale d’ingresso, situato sul lato settentrionale, è stato utilizzato come torre campanaria per la chiesa parrocchiale vicina.
Curiosità: è proprio tra i vari castelli della zona che, nel periodo delle invasioni barbariche, si sviluppò un ingegnoso sistema di collegamento grazie al quale, attraverso l’uso di precisi segnali, era possibile avvisare del pericolo da qui fino alla città di Brescia.

Oggi, l’area circostante il castello è stata trasformata in un parco pubblico, che offre una piacevole passeggiata in tutte le stagioni, un bel bar panoramico, e che diventa una zona di divertimento musicale durante l’estate.

La chiesa di San Martino Vescovo

La chiesa di San Martino, una delle più antiche della Valtenesi, in origine era una cappella dipendente dalla Pieve di Santa Maria a Solarolo. Nel 1454 divenne autonoma e fu consacrata a San Martino. Questo permise al parroco di amministrare i sacramenti e di avere terreni e beni a disposizione.
La chiesa fu ampliata e ricostruita in stile barocco nella metà del XVIII secolo. Il portale d’ingresso presenta un grande finestrone con vetrate colorate raffiguranti San Martino che dona il suo mantello al mendicante. All’interno, la navata unica è decorata con stucchi, marmi e cinque altari.
L’altare maggiore è al centro del presbiterio, con intarsi di marmo a vari colori e un tabernacolo di marmo. Lungo le pareti si trovano gli altari di San Giuseppe, del Santo Rosario, del Crocifisso e della Vergine, con statue in legno dorato.
Nell’abside, una pala raffigura San Martino, mentre sul coro ci sono quadri dell’Adorazione dei Magi e della Sacra Famiglia. Una grande tela mostra la Pentecoste. La sacrestia si trova ai lati del presbiterio, con armadietti per l’olio santo e le reliquie.
Sul lato sinistro della chiesa, una porta conduce al pulpito, mentre in fondo si trova un antico fonte battesimale di pietra. Un dipinto raffigura la Madonna tra San Domenico e San Francesco.

La chiesa della Madonna della Neve

Questa piccola chiesa romanica, è nota anche come Chiesa di San Michele, dal nome della località circostante. Posta in una cornice davvero bucolica, di fianco al cimitero del paese, questa chiesa presenta una facciata rustica con un’unica navata. Orientata verso est, è circondata da alti cipressi e un corso d’acqua che la separa dalla strada.
Deve il suo nome grazie a un miracolo avvenuto a Roma nel 352 d.C. La sua costruzione risale probabilmente alla seconda metà del XVI secolo, come si evince dalla mancanza di citazioni nei verbali delle visite pastorali compiute nella regione tra il 1529 e il 1541.
La facciata, con un prospetto a capanna non intonacato, è preceduta da un pronao a pianta quadrata accessibile tramite una breve scalinata. Le tre finestre e la piccola loggia che proteggono il portale d’ingresso sono frutto di un’ammodernamento realizzato nel corso del XIX secolo.
L’interno della chiesa presenta una singola navata pavimentata in cotto antico e un’abside proporzionata, con dimensioni armoniche alla superficie. Dagli spazi del presbiterio si accede al campanile, a un ingresso secondario e a una grande sacrestia.
Sebbene la decorazione delle pareti sia moderna, evidenziando la perdita degli affreschi originali, la chiesa conserva ancora parti autentiche visibili. In passato, è stata utilizzata come lazzaretto durante un’epidemia di colera, motivo per cui è stata interamente tinteggiata a calce.
Dedicata a San Rocco e San Nicola, che sono stati promossi a protettori in seguito alle epidemie che hanno colpito la popolazione nei secoli precedenti, la chiesa della Madonna della Neve viene oggi principalmente utilizzata come chiesa cimiteriale. Tuttavia, nel XVIII secolo, era uno degli edifici religiosi più importanti della Valtenesi, con una messa celebrata ogni giorno.

Il porto

L’area portuale di Moniga del Garda è particolarmente bella e ricca di attività.
Sono presenti bar e ristoranti lungo la riva, spiagge per prendere il sole, rilassarsi o semplicemente fare una bella camminata. Si trova anche un attrezzatissimo porto nautico, costruito nel 2005, dal quale partire per suggestive gite in barca alla scoperta dell’intero Lago di Garda. Cliccate qui.

Eventi a Moniga del Garda: Valtenesi in Rosa

Ogni anno, tra la fine del mese di maggio e i primi di giugno, presso il Castello di Moniga si tiene l’evento Valtenesi in Rosa: la più importante manifestazione dei vini Rosé Valtenesi con più di 100 vini e 45 cantine, a degustazione libera.
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Dove dormire in Valtenesi

Vi consigliamo due posticini diversi e unici nel loro genere:

BorgoLuna Luxury Holidays House è un piccolo gioiello incastonato nel borgo di San Felice del Benaco. 3 esclusive suite, nate dal connubio tra storia e innovazione, tra sostenibilità dei materiali e rispetto della tradizione.
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L’Hotel San Filis, con tutto il suo fascino di un’antica dimora del ‘600, si trova nel cuore storico di San Felice del Benaco. Piscina, giardino, ristorante e moltissimi servizi a disposizione degli ospiti.
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Esperienze in Valtenesi

Il patrimonio culturale e naturale della Valtenesi regala molteplici occasioni per vivere esperienze uniche sul territorio. Eccovi qualche spunto per tante belle emozioni!

Per vivere le onde del lago da veri protagonisti su Wakesurf, E-foil, Foil, Jetsurf non potete perdere un’avventura con il team Your Wave.

Amate l’avventura? Vi piace emozionarvi? Provate il Parasailing e scoprite il Lago di Garda volando grazie al team di Garda Parasailing.

Per visitare una location unica ed emozionante immersa nei vigneti e prenotare una degustazione enogastronomica vi consigliamo la Cantina Conti Thun.

Avete mai provato la silenziosità di una barca elettrica? A Nautica Elettrica San Felice la troverete a noleggio.

Moniga del Garda invita i viaggiatori a esplorare bellezze storiche e naturali, immergendosi nella sua atmosfera autentica. Una tappa imperdibile per coloro che desiderano vivere il vero Lago di Garda, con i suoi dolci ritmi.

Alla prossima cari Outdoors!
Silvia Turazza

Silvia Turazza

Secondo l’arte dell’onomanzia, il significato del mio nome è così descritto: “vive nei boschi, silvestre e selvaggia”. A volte il fato conosce la strada prima di te, e ti forgia con le esperienze più affini. Vivo del cuore del Garda a Castelletto di Brenzone. Appassionata di trekking, fotografia e scrittura, che unisco in piccole avventure. Se mi cercate, mi trovate nel bosco vista lago... con i miei Roberto e Gea.

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