Nel cuore di Pai, un borgo di bellezza e quiete sul Lago di Garda.

La guida completa su cosa fare e vedere a Pai di Sotto e Pai di Sopra, fra vicoli incantati e bellissimi scorci sul blu.

Cari Outdoors, in questo articolo vi racconterò del bellissimo borgo di Pai, attraverso gli occhi e l’entusiasmo di Silvana, che ci è nata e lo ama follemente, e Michelaldo, classe 1936, che vive ancora lì e ne custodisce storia e aneddoti.
Preparatevi, sarà come stare in famiglia, seduti in cucina davanti a un caffè fra tanti racconti e confidenze.

Pai è una piccola frazione di Torri del Benaco (situato 7 km più a nord) e si divide in: Pai di Sotto (che comprende l’abitato lungo la riva lacustre) e Pai di Sopra (arroccato alle pendici del Monte Baldo a 130 metri d’altezza) con splendidi panorami sul lago.
Ma i nostri gentilissimi “paiaroi” (che in dialetto locale significa ‘abitanti di Pai’) ci tengono a specificare che nel suo territorio esistono anche 6 contrade, per meglio identificare alcune zone limitrofe: Cà Tronconi (la più a nord a confine con Brenzone), Cabarsele (sopra Cà Tronconi), La Casetta (situata più a sud verso Crero e il ponte tibetano), Bus de la Volp (Buco della Volpe – situato più a sud sopra il ponte tibetano – qui una volta c’era un’abitazione che i paesani chiamavano Casa d’ogni ben perchè lì si trovavano tutti i tipi di frutti), Piaghen (sul lungolago, più a sud di Pai di Sotto) e Passoera.

Brevi cenni storici.

Pai di Sopra è il nucleo più antico e se ne ha notizia fin dagli inizi del X secolo. Qui una volta sorgeva un castello con fortificazioni, fatte abbattere dal Barbarossa, di cui ora rimangono pochi resti.
Di quel castello si è conservata l’antica cappella, ampliata nel XVII secolo, che è diventata l’attuale Chiesa di San Marco.
Pai di Sotto invece, con la sua chiesa romanica di San Gregorio del XII secolo, fu parrocchiale fino alla metà del ‘400 quando la Contessa del luogo, così racconta la tradizione, anziana e piena di acciacchi, fece promuovere a parrocchiale l’antica cappella del castello a Pai di Sopra, più comoda per lei perchè più vicina alla sua residenza.
A Pai di Sotto vi fu anche una fabbrica; inizialmente una filanda per la lavorazione dei bachi da seta che poi, non più remunerativa, venne convertita in produzione di interruttori e isolanti elettrici in porcellana.
Pai di Sotto inoltre si avventurò per prima nel turismo, con alberghi (degno di nota è il retro della cartolina nella galleria fotografica qui sottostante, in cui l’albergatore inviò il preventivo per un soggiorno che a luglio 1936 costava 15 lire al giorno con pensione completa – 0,0077 euro) e, dove c’è l’antica torre, perfino una discoteca (che fece ballare i gardesani dal 1972 al 1980).
Il nome Pai sembra derivare dai “Palli”, antiche palafitte rinvenute in zona, che si modificò in quello attuale nel corso del tempo: “Pali sive Pai” cita un documento del 1372.

Cosa fare e vedere a Pai di Sopra.

I vicoli storici e Piazza San Marco.

Per immergersi appieno nella bellezza del borgo di Pai di Sopra, è necessario essere curiosi e addentrarsi fra i vicoli di cui è costellato. Si apriranno scorci mozzafiato sul lago, angolini romantici, balconi e cortili fioriti e… dei bellissimi capitelli dipinti.
Degno di nota è quello in Via dell’Angelo, commissionato da un minatore per proteggerlo sul lavoro. A dipingerlo fu Eugenio Vangelista, un noto pittore nato nella bassa veronese che visse la sua vita a Pai.
Qui tutto ruota attorno a Piazza San Marco, cuore del borgo, dove si trovano bar e ristoranti per godersi la quiete e l’atmosfera d’altri tempi. Ed è proprio da un balcone affacciato su questo piccolo paradiso che incontro Graziella, sorella di Michelaldo, che orgogliosamente mi dice: “sai che sono la più anziana del paese?”. Così le scatto una foto, che so l’ha resa felice, come ritrovarsi qui pubblicata, fra i ritratti che caratterizzano il paese.


In piazza si trova anche un altro capitello dipinto sulla parete di una casa gialla; “quella casa una volta era la bottega del paese”, racconta Silvana.
Non manca una breve pausa caffè con i miei compagni di viaggio, in cui ho chiesto a Michelaldo di raccontarmi qualche aneddoto simpatico. Lui ride, con i suoi occhi azzurri e vispi, rispondendo che di scherzi e ‘malagrazie’ ne combinavano da vendere; così inizia a raccontare (rigorosamente in dialetto): “stavo costruendo una casa, quando all’improvviso scoppiò un temporale. Ci riparammo tutti sotto a un tetto e il capo mi chiese di andare a prendere un fiasco di vino. Nel tragitto scorsi una ragazza intenta a truccarsi, che appena mi vide scappò. Ma lasciò sulla finestra la sua cipria, che una volta si metteva in grandi scatole rotonde. Io la presi, e al posto della cipria misi del gesso!”. Inutile dirvi che siamo scoppiati a ridere ed io personalmente mi sono anche un po’ commossa, pensando agli scherzi genuini di una volta, rispetto a quello che si ascolta oggigiorno al telegiornale.

La “fontana”.

Mentre a Pai di Sotto (e così ovunque sul Garda), una volta i panni si lavavano direttamente nell’acqua del lago, a Pai di Sopra invece venne costruito un grande e bellissimo lavatoio, chiamato “fontana” dai locali, la cui base d’appoggio è in pregiato marmo di Verona.
Esso ancora tutt’oggi viene alimentato da un piccolo ruscello di montagna che scende da “la val” (la valle soprastante).
Lo trovate salendo dalla strada che porta al centro di Pai di Sopra, sulla sinistra, ed è raggiungibile a piedi attraverso una scalinata; prima però osservatelo dal bordo strada, vi sembrerà di entrare in un dipinto.
A destra, in mezzo alla florida vegetazione, invece scorgerete la piccola valle col ruscello e un’ondata di incredibile frescura vi darà ristoro durante le giornate estive (io lì davanti ci avrei piantato una seggiola, da quanto la temperatura era piacevole!).
Ovviamente oggi il lavatoio è in disuso, ma funziona ancora perfettamente. Uno spettacolo!

Chiesa di San Marco Evangelista.

Come già spiegato fra i cenni storici, la chiesa di San Marco Evangelista inizialmente era la cappella privata del castello. L’attuale chiesa venne consacrata il 10 maggio 1512 e ampliata fra il 1703 e il 1705. La facciata a capanna in stile neoclassico è in posizione super panoramica, abbracciata da un terrazzo quasi a strapiombo sul lago. Conserva al suo interno una statua lignea della Madonna col Bambino (secolo XV), il battistero del 1522 e affreschi del ‘300/’400.
Ma le vere chicche ve le racconto adesso: appena superato il volto con cancello per entrare nel terrazzo/cortile esterno della chiesa, passa inosservata sulla destra una porta chiusa. “Lì ora c’è il locale caldaia” racconta Michelaldo col suo bel mazzo di chiavi in mano, “ma, ora murato, c’è un passaggio segreto che conduceva fino a Pai di Sotto. L’uscita si trova blindata da una grata, in una casa privata giù al lago.”.
Poi a sorpresa mi apre le porte della vecchia canonica, da anni disabitata. Al suo interno un piccolo ingresso con un’antica scala in pietra (credo sia un pezzetto rimasto in piedi del vecchio castello). Al piano terra la zona giorno; “qui noi bambini venivamo a guardare la tv. Una volta ce l’aveva solo il prete!” esclama Silvana. Al piano di sopra, fra i vecchi mobili compare un armadio con tutti i registri antichi (di secoli!); “qui sono venuti una coppia di brasiliani che cercavano le origini del loro nonno italiano, e grazie a questi registri le hanno trovate” racconta Michelaldo con grande felicità. La stanza limitrofa è la camera da letto, con una finestra che si apre sul un piccolo terrazzo da cui godere di una vista unica sul campanile della chiesa e tutto il lago di Garda.
È stato un gran regalo potervi entrare, come sono state illuminanti le parole di Don Giovanni Andreoli (mancato nel 2003), amato profondamente da tutta la comunità perchè fu un uomo di grande spirito, bontà, carità e capacità di ascolto; uscendo dalla chiesa si legge “qui si entra per amare Dio e si esce per amare il prossimo”. Invece accanto all’ingresso della canonica è riportato uno dei suoi numerosi scritti; ho trovato fortemente consolanti e piene di speranza soprattutto queste parole: “io non vi ho abbandonato, vi ho solo preceduto”.
Se volete più informazioni, c’è un piccolo sito web a lui dedicato, cliccate qui.
Nota importante: la Chiesa di San Marco è quasi sempre chiusa perchè il borgo non ha un prete che vive lì stabilmente. Per essere sicuri di poterla visitare bisogna ‘approfittare’ delle messe, arrivando lì un po’ prima per non disturbare: il sabato sera alle 18.00 e la domenica mattina alle 10:00.

La calchera.

La calchera è un antico forno utilizzato per ricavare la calce. A vederlo sembra una sorta di piccola casetta di sassi con un solo buco di entrata e senza il tetto.
In passato lo si riempiva di rocce calcaree e legname e li si lasciava bruciare per 6-8 giorni, continuando ad alimentare il fuoco che faceva raggiungere al forno la temperatura di 1000°C. Poi si estraeva la calce viva che dopo vari procedimenti diventava il grassello per fare la malta.
La si raggiunge partendo da Piazza San Marco, imboccando in salita Via Monte Baldo. Inizialmente si passa in mezzo ai suggestivi vicoli, poi si imbocca sulla sinistra un sentiero forestale che nel giro di un paio di minuti conduce alla calchera. Occasione da non perdere per potersi gustare altri bellissimi scorci su Pai di Sopra, Pai di Sotto e il lago.

Trekking al Ponte Tibetano della Val Vanzana.

All’ingresso di Pai di Sopra, sulla destra, parte il sentiero per raggiungere l’adrenalinico Ponte Tibetano della Val Vanzana, fra bellissimi scorci sul lago. Il sentiero è in salita, percorribile in circa 20-25 minuti di cammino.
Il ponte è stato costruito nel 2019, è lungo 34,7 metri, posto ad una altitudine di 42 metri dal torrente sottostante.
È dotato di una passerella antiscivolo (che lo rende comodamente più fruibile rispetto ai ponti tibetani tradizionali) e può portare fino a un massimo di 15 persone alla volta.
Attraversandolo, se volete proseguire il sentiero, in altri 20-25 minuti si arriva ad un’altra bellissima frazione di Torri del Benaco: Crero. Per avere tutte le info cliccate qui.

Grotta Tanella.

Una menzione speciale va fatta a Grotta Tanella, che al momento non è visitabile ma che speriamo ritorni nuovamente fruibile dai turisti.
Questa grotta si trova sul sentiero che conduce anche alla calchera, deviando a destra in prossimità della stessa, e si sviluppa nel cuore della montagna per 400 metri; presenta spettacolari ambienti creati dall’effetto dell’acqua sulla roccia: meandri, gallerie, stalattiti e stalagmiti di varie dimensioni e colori formatesi nei secoli. Una piccola curiosità: la temperatura in grotta è di 12°C costanti tutto l’anno. 
Passeggiando con Silvana incontriamo Maurizio, compaesano, che a proposito della grotta condivide questo ricordo: “da piccoli andavamo sempre lì a giocare, ma all’epoca per illuminare avevamo solo le candele. Un giorno ci si spense nel bel mezzo del percorso e per riaccenderla ho utilizzato la cerniera dei pantaloni”. Quanta maestria, ho pensato!

Cosa fare e vedere a Pai di Sotto.

Il cimitero e la Chiesa di San Gregorio Magno.

La Chiesa di San Gregorio Magno è in stile romanico sorta intorno al 1300. Al suo interno si trovano bellissimi affeschi di Giorgio Da Riva (lo stesso autore che ha impreziosito anche la chiesa di Campo di Brenzone).
È sita all’interno del cimitero in una bellissima posizione panoramica. Nel cortile esterno davanti alla chiesa sono presenti molte tombe di famiglia con foto d’epoca e dediche incise. Se avete tempo fermatevi a leggerne qualcuna, sono una bellissima testimonianza del passato.
Potete raggiungere il cimitero e l’oratorio con una bella passeggiata a piedi (avviso: davanti al cimitero ci sono solo due posti auto per parcheggiare). Dal lungolago imboccate in salita Via Giosuè Carducci, al bivio trovate un capitello dedicato a San Marco datato 1841, tenete la sinistra e in fondo alla via sarete giunti a destinazione.

Una sosta sul lungolago.

Pai di Sotto è ricca di ristoranti e locali pieds dans l’eau, in cui fare una pausa immersi nel blu e accarezzati dalla brezza lacustre. Ci sono anche spiagge per godersi un bagno rinfrescante, un piccolo porticciolo con le barche dei pescatori locali e poco più in sù, verso nord, parte anche la bellissima pista ciclo-pedonale che da Castelletto di Brenzone arriva fino a Navene di Malcesine.
Vi suggeriamo di sostare all’Hotel Menapace e di assaggiare dello squisito pesce di lago all’interno del suo ristorante. Non ve ne pentirete!

Come arrivare a Pai e dove parcheggiare.

A Pai si arriva dalla strada SR 249 (il tratto veronese che corre lungo la sponda orientale del lago): se provenite da sud, dopo il paese di Torri del Benaco trovate sulla destra di un semaforo il cartello “Pai di Sopra” con la strada che sale – oppure dovete semplicemente proseguire qualche centinaio di metri per raggiungere Pai di Sotto; se provenite da nord, dopo Castelletto di Brenzone trovate subito la frazione di Pai di Sotto, mentre la strada che sale a Pai di Sopra è alla vostra sinistra dopo il semaforo.

A Pai di Sotto trovate comodamente parcheggio sul lungolago, a pagamento.
A Pai di Sopra si trova un piccolo parcheggio gratuito sulla sinistra prima dell’ingresso in paese, oppure potete proseguire attraversando Piazza San Marco (occhio che il passaggio in alcuni punti è molto stretto) e parcheggiare lungo la strada.

Allora vi sentite anche voi un po’ ‘paiaroi’ dopo questo articolo?
Alla prossima cari Outdoors!

Silvia Turazza – Redazione Garda Outdoors


Silvia Turazza

Secondo l’arte dell’onomanzia, il significato del mio nome è così descritto: “vive nei boschi, silvestre e selvaggia”. A volte il fato conosce la strada prima di te, e ti forgia con le esperienze più affini. Vivo del cuore del Garda a Castelletto di Brenzone. Appassionata di trekking, fotografia e scrittura, che unisco in piccole avventure. Se mi cercate, mi trovate nel bosco vista lago... con i miei Roberto e Gea.

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