Vi sono luoghi nelle nostre montagne, che vivono da sempre nelle costrizioni dovute alla propria collocazione geografica.
Alcuni sono luoghi remoti, difficili da raggiungere e destinati ad un passaggio umano molto poco frequente e talvolta, pertanto, condannati al lento declino ed all’oblio.
Altri luoghi, invece, osservano dall’alto un traffico intenso di persone e di cose, di vita, di ricchezza, sono a ridosso del tutto ma ne ricavano niente, conservando perciò – a pochi minuti di strada da aree densamente abitate e trafficate – la propria naturalezza e il fascino che ne deriva: quello di cui scrivo oggi è uno di questi luoghi.
Situata nel comune di Brentino-Belluno, la frazione Festa si trova a quota 650metri circa, composta da poche case ed adagiata su di un terrazzo naturale, un piccolo lenzuolo di terra pensile oggi coltivata a vite, la cui morfologia è resa, a mio avviso, molto bene dal nome stesso con cui è nota: Pian di Festa.
Itinerario pian di festa
L’area della Valdadige che si trova ai piedi del Pian di Festa fu per molti secoli terra di passaggio (durante i lavori di costruzione dell’autostrada del Brennero sono stati ritrovati resti di epoca romana di una mansio, cioè una sorta di locanda per la sosta dei viaggiatori ed il cambio dei cavalli) e di confine politico (fra il Principato di Trento e Venezia prima, fra l’Austria e l’Italia poi).
Nonostante ciò, questo piccolo rilievo montuoso se ne sta lì, silenzioso e passivo, in attesa che lo si attraversi immergendosi nella sua natura incontaminata, come se non fosse circondato dalla civiltà e dal progresso del XXI secolo, dal turismo religioso del Santuario della Madonna della Corona, dalla rombante Caprino-Spiazzi (una famosa competizione di auto che per tutto l’anno genera emuli dei piloti su tutta la strada che percorre il monte Baldo da sud a Nord), dalle interminabili colonne di vacanzieri che – stagione dopo stagione – si dirigono alle spiagge italiane oppure alle stazioni sciistiche del Trentino.
Per accedere al Pian di Festa, si deve percorrere una strada impervia, inizialmente asfaltata ma poi sterrata, che parte dalla Val d’Adige e risale le pendici del Monte Baldo, raggiunge Festa e prosegue poi, prevalentemente chiusa al traffico veicolare se non per i residenti, fino a Monte Cucco, appena sopra Ferrara di Monte Baldo.
Vi sono diverse modalità di esplorare questo luogo in bicicletta: la più breve, e certamente la più faticosa date le pendenze estreme, è salire direttamente dalla strada che parte dall’abitato di Brentino. Si consigliano due modalità: gambe d’acciaio e ottima forma fisica, oppure …una MTB elettrica con batterie ben cariche!
In alternativa, si può percorrere un anello di circa 45km con partenza dalla Val d’Adige e risalita fino a Ferrara di Monte Baldo, discesa a Pian di Festa e quindi rientro al punto di partenza.
Molte le possibili soste e le cose da vedere.
Partendo, ad esempio, da Brentino, si può percorrere la Ciclovia del Sole lungo l’Adige fino a Rivoli Veronese. Qui si è alla fine della Valdadige e restano a testimonianza dell’importanza strategica del territorio le fortificazioni che sorvegliarono la zona della chiusa di Ceraino.
Si prosegue in direzione Platano da cui si devia a destra (non senza aver ammirato il secolare albero che dà il nome alla località) lasciando la trafficata strada provinciale teatro della corsa Caprino – Spiazzi, imboccando la salita di Porcino, che si inerpica all’ombra del bosco di castagni aprendosi spesso verso panorami stupendi sul versante est del Monte Baldo e sul basso Lago di Garda.
Giunti a Spiazzi punto di partenza per visitare il santuario della Madonna della Corona costruito a picco sulla Valdadige, si può proseguire scendendo a Ferrara di Monte Baldo per risalire a Monte Cucco.
In alternativa, allungando leggermente il percorso a favore di pendenze più ciclabili e senza perdere dislivello, si può deviare a sinistra sulla strada Graziani, dove è anche collocato un cimitero di guerra. Si prosegue quindi fino al bivio per Novezza, quota massima dell’itinerario (1.100m circa). Da qui si prende a destra per ritornare verso l’attacco della strada che scende dal Villaggio Monte Cucco al Pian di Festa e nuovamente al punto di partenza.
Per la peculiarità microclimatica della Valdadige, meglio affrontare questa uscita nelle giornate tiepide della primavera o dell’autunno, quando le previsioni di assenza di pioggia siano molto attendibili.
Per chi, come me, è sempre alla ricerca di sentieri impervi da scendere in sella alla MTB, questo itinerario è una bellissima sfida, sia per la lunga salita ma soprattutto per la discesa (non sulla strada sterrata forestale, ma su un sentiero molto tecnico con partenza dal Passo del Casello adatto solo ai rider molto esperti)
A 2 anni di distanza dall’ultima volta che ho messo le ruote a Pian di Festa, ho perciò accolto con piacere la proposta dell’amico Massimo di ripetere il giro, il meteo ci ha assistito pienamente, i colori e la luce dell’autunno hanno alleviato la fatica e, nonostante la civiltà fosse sempre ad un passo, la sensazione è stata quella di aver vagato nel tempo e nello spazio ben più di un sol giorno, lasciandosi ogni pensiero alle spalle e tornando a casa rigenerati.