Sfidando l’arsura estiva organizzo con il compagno d’escursioni Graziano una gita al Monte d’Oro in Val di Ledro, luogo ricco di fortificazioni e passaggi della prima guerra mondiale. E’ una cima poco nota, ma molto bella e facilmente raggiungibile, in quanto è stato da poco ripristinato il sentiero che conduce alla vetta.
Dati tecnici: Partenza da Mezzolago (località Alla Valle – m 823) Arrivo alla Cima Monte Oro (m 1804)
Distanza: circa 13 km
Tempo totale andata e ritorno circa h 4,30
Partiamo in macchina da Torbole sul Garda percorrendo la Statale che conduce in Val di Ledro fino ad arrivare alla piccola frazione di Mezzolago. Abbandonando la strada principale per svoltare a destra lungo una stretta stradina asfaltata, vediamo un bel parcheggio sulla destra, ma visto che la giornata è molto calda, decidiamo di rischiare alla ricerca di un posteggio ancora più vicino all’inizio del percorso.
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Arriviamo con un pizzico di fortuna ad un piccolo parcheggio vuoto (ci stanno al massimo 3 macchine) al limite del divieto di transito. Zaini in spalla, macchina fotografica pronta, acqua e iniziamo a percorrere la comoda strada forestale seguendo le indicazioni per il sentiero botanico Monte Oro. Ci troviamo nel bosco verso le 8.30 e apprezziamo il fresco e l’ombra. Nonostante ci siano poche indicazioni, è intiubile la strada da seguire. All’altezza di 1.430 metri un primo bivio, ben segnalato, un cartello indica il sentiero
botanico Monte Oro; il percorso non è dificcoltoso, fatta eccezione per un passaggio ripido di un paio di metri in cui è neccessario aggrapparsi ad una vecchia corda metallica molto sottile, ma nulla di pericoloso.
Da questo punto in poi lungo il tracciato è possibile incappare in trincee, appostamenti e percorsi utilizzati durante la prima guerra mondiale. Strana la vita: se fossimo nati alla fine dell’800 avremmo percorso la stessa strada imbracciando un fucile e un obice con uno spirito ben diverso. E tutte quelle trincee e appostamenti da cui si possono ammirare meravigliosi panorami sul Lago di Ledro sarebbero serviti per altri scopi meno piacevoli. Proseguiamo con questi pensieri nella testa e arriviamo ad una galleria artificiale di pochi metri, naturalmente costruita per scopi bellici e l’attraversiamo.
Avanziamo lu
ngo le trincee fino ad arrivare ad un sentiero completamente erboso e alla croce metallica posta a 1.700 m. Finalmente si apre ai nostri occhi il panorama verso il Lago di Ledro e in particolare il paese di Molina di Ledro. Fortunatamente la sera prima ha fatto un temporale e l’aria è nitida senza quella foschia che contraddistingue le giornate più calde. Decido di prendere la Nikon dallo zaino e con il mitico Tokina 11-16 e inizio a fotografare. Il tempo di una breve sosta e ci avviamo per raggiungere la cima, ammirando il Lago di Garda con la cima Capi e Valdes a est, mentre verso nordovest si sviluppa il lungo crinale erboso che, superata Bocca Dromaè, si impenna nelle cime Parì e Sclapa; più distante scorgiamo il Cadria, massima elevazione delle Alpi di Ledro.
Stanchi e soddisfatti di questa escursione ripercorriamo il sentiero a ritroso e ci avviamo verso Torbole e mentre Graziano si rinfresca con un bagno nel Lago di Garda io mi infilo la muta e con il windsurf plano sull’acqua sospinto dal vento. Alla prossima escursione.










