Ogni anno, il 29 settembre, a Prada Bassa di San Zeno di Montagna si rinnova una delle tradizioni più antiche e sentite del territorio del Monte Baldo: la Fiera del Bestiame di San Michél. Questa ricorrenza, che affonda le radici nei secoli, rappresenta non solo un momento di scambio e incontro tra allevatori, ma anche una grande festa popolare che unisce cultura, natura e vita contadina.




Un tempo, la fiera era soprattutto un importante mercato del bestiame di ritorno dall’alpeggio estivo; dove si concludevano affari, si valutavano capi di mucche e vitelli e si sancivano contratti tra montanari e commercianti anche per formaggi e prodotti tipici.
Oggi, pur mantenendo viva la memoria di quell’antico spirito, la manifestazione si è trasformata in un evento celebrativo e comunitario, che valorizza le tradizioni rurali e le rende accessibili anche ai più piccoli e ai visitatori.


Negli anni è stata anche introdotta una giuria tecnica che premia i migliori capi per categoria con un coloratissimo campanaccio, chiamato in dialetto locale “ciòcca”. Vedere la sfilata dei capi assieme ai loro allevatori è davvero molto suggestivo.




Durante la giornata, Prada Bassa si anima di persone, musica e profumi tipici. Accanto alle numerose bancarelle con prodotti gastronomici locali (salumi, formaggi, miele), artigianali, abbigliamento outdoor e attrezzature tecniche, la fiera offre numerose attività per le famiglie, pensate per far rivivere in modo autentico la vita di un tempo.




Tra queste spiccano la mostra dei trattori antichi, che racconta l’evoluzione del lavoro agricolo, come si fa il formaggio, e i giri a cavallo, molto amati da bambini e adulti.




Uno dei momenti più suggestivi è la transumanza delle mucche accompagnate dai bambini, che attraversano prati e strade tutte agghindate con corone di fiori: un rito antico, simbolo del legame profondo tra l’uomo, gli animali e la montagna.
A rendere l’atmosfera ancora più festosa ci sono anche le gare popolari, come quella amatoriale di “rugola el botolon”, durante la quale i partecipanti devono far rotolare una grande palla di fieno, e la gara di mungitura, che mette alla prova abilità e tradizione in un clima di allegria e partecipazione.




La Fiera di San Michél non è dunque solo un evento folcloristico: è un incontro tra passato e presente, un’occasione per riscoprire i valori della vita rurale, della convivialità e del rispetto per la natura. Ogni anno, attira famiglie, curiosi e appassionati che, tra sorrisi, profumi di malga e suoni di campanacci, celebrano insieme un patrimonio di storia e identità che il Monte Baldo custodisce con orgoglio.
Chiesa di San Bartolomeo
Ogni 29 settembre non manca mai la celebrazione della messa presso questa antica chiesetta campestre di Prada Bassa, che è anche l’unica occasione di poter accedere al suo prezioso interno.
È dedicata a San Bartolomeo e risale con ogni probabilità al Cinquecento. Il santo è raffigurato sulla pala dell’altare, ai piedi della Vergine col Bambino, in una composizione semplice ma ricca di significato.
San Bartolomeo protegge principalmente gli artigiani che lavorano con coltelli e pelli, come macellai, conciatori, calzolai, sarti, rilegatori e fabbricanti di guanti; per questo la chiesetta presso la quale si svolge la fiera di San Michele conserva un valore simbolico profondo per le genti di montagna.
L’edificio sorge su un piccolo valico, da sempre punto di passaggio per chi saliva dal lago verso i pascoli del Monte Baldo. L’interno, sobrio e raccolto, riflette quello stile semplice e armonioso che si è soliti definire romanico campestre.
La pianta è rettangolare, con un’unica navata e una piccola sagrestia posta su un lato. Dietro l’edificio si eleva un campaniletto, discreto ma elegante nella sua semplicità.
All’interno, sulla pala d’altare, San Bartolomeo è raffigurato accanto alla Madonna col Bambino, mentre a completare la scena, al suo fianco, si trova San Lorenzo, che condivide con lui il compito di vegliare sulla Vergine e sul divino Fanciullo.


I porsèi (maiali) di San Bartolomeo
Nell’iconografia cristiana, San Bartolomeo è raffigurato con in mano il coltello del martirio, simbolo del suo supplizio. Della sua vita si conosce ben poco. Fu uno dei Dodici Apostoli, ma la sua fine fu tra le più atroci della storia cristiana: venne scorticato vivo per la fede. Da qui nasce l’immagine del santo con il coltello in mano, divenuto emblema e patrono dei macellai e dei conciatori, mestieri legati proprio al trattamento delle pelli e delle carni.
Per la gente del Baldo, però, San Bartolomeo era il santo dei maiali, dei porsèi, come li chiamano in dialetto. E non si tratta affatto di un accostamento irriverente. Il maiale, infatti, rappresentava una risorsa vitale per le famiglie contadine: costituiva la principale riserva di carne in vista dei rigori dell’inverno, e la sua salute significava spesso la sopravvivenza stessa della famiglia.
Per questo motivo, la popolazione invocava l’intercessione di San Bartolomeo affinché proteggesse gli animali, indispensabili al sostentamento di tutti. Non sorprende dunque che sul Monte Baldo la sua figura fosse particolarmente venerata.
Nelle malghe, accanto alle mucche e alla produzione del formaggio, non mancava mai l’allevamento del maiale. Gli venivano dati come nutrimento i sottoprodotti della caseificazione, come la scotta e il latin, per ricavarne poi carne, salumi e lardo: beni preziosi, frutto di un’economia povera ma ingegnosa, dove nulla andava sprecato e tutto aveva valore.


Piatti tipici della Fiera di San Michél
Durante l’estate, nelle malghe d’alpeggio, si allevavano maiali e tacchini (questi ultimi soprattutto perchè tenevano lontane le vipere), si mungevano le vacche e si coltivavano i cappucci, l’unico ortaggio resistente al freddo dell’alta montagna.
Al rientro si macellavano i capi e si gustavano piatti tipici come la trippa, il lesso con la pearà, il tacchino arrosto (chiamato pito) e i cappucci (chiamati capuss).
Ancora oggi, ristoranti e agriturismi della zona propongono questi piatti come menù tradizionale durante il periodo della festa.


Info utili
Come detto, questa bellissima festa si tiene a data fissa, sempre il 29 settembre di ogni anno, indipendentemente che cada in un giorno feriale o festivo. Generalmente si svolgono eventi e manifestazioni anche il giorno prima o il giorno dopo.
Vi consigliamo di consultare tempestivamente la pagina ufficiale di Visit San Zeno di Montagna www.visitsanzenodimontagna.com/calendario-eventi/
La località Prada Bassa si trova a circa 1000 m d’altitudine, ricordatevi di portare con voi una giacca o maglione e soprattutto di indossare calzature per terreno sterrato (camminando per i prati sarà facile sporcarsi di erba e terra).
Durante la festa sono disponibili svariati parcheggi gratuiti, ricavati su prati pianeggianti. Non è indispensabile, ma se possedete un’auto 4×4 questa è l’occasione giusta per utilizzarla.


E così, quando il sole cala e l’eco dei campanacci si attenua tra i boschi, la Fiera di San Michél lascia nel cuore di chi vi partecipa un’emozione difficile da dimenticare.
Tra il profumo del fieno, le risate dei bambini e i volti segnati dal sole degli allevatori, si rinnova ogni anno un patto antico tra l’uomo e la sua terra.
Questa fiera non celebra solo gli animali, i mestieri e la tradizione: celebra la vita stessa, con la sua semplicità, la sua fatica e la sua bellezza. È il respiro del Monte Baldo che, fiero e gentile, continua a raccontare la sua storia a chi ha ancora voglia di ascoltarla.
Ciao cari Outdoors!
Silvia Turazza

