Ciao cari Outdoors, avete mai sentito parlare di Fintanorbole? Un nome decisamente curioso che già denota la sua unicità.
Ci troviamo a 700 m d’altitudine, sulla parte montuosa iniziale del nostro amato Monte Baldo, tra i paesi di Caprino Veronese e San Zeno di Montagna.


Breve storia di Fintanorbole
Le origini di questo piccolo borgo si perdono nel tempo, avvolte da un alone di incertezza. Non esistono documenti che ne attestino con precisione la nascita, ma si ritiene che risalga al 1700. Sorto inizialmente come rifugio per pastori, malgari e il loro bestiame, nel corso dei secoli Fintanorbole si è trasformato in un vero e proprio luogo di dimora e di vita.


Il suo nome sembra derivare da una fontana-sorgente che sgorga proprio nel cuore del borgo — una vena d’acqua limpida e generosa, ancora oggi viva, che continua a dissetare le case e gli abitanti.
A metà del Novecento il borgo cadde nel silenzio e nell’abbandono: per decenni rimase disabitato, ridotto a un gruppo di ruderi che il tempo pareva voler reclamare. Ma verso la fine degli anni Ottanta, i quattro fratelli proprietari delle rovine decisero di restituirgli vita. Cominciò così un lungo e appassionato lavoro di ricostruzione: nei fine settimana, con mani pazienti e grande maestria, le quattro famiglie si dedicarono al recupero amorevole di ogni pietra, di ogni muro, di ogni frammento di storia. Solo nel 1985 il borgo venne finalmente raggiunto dalla luce elettrica e dall’acquedotto.


Oggi Fintanorbole è diviso in due parti: Fintanorbole di Sopra, con otto case perfettamente ristrutturate, e Fintanorbole di Sotto, che conta tre abitazioni, di cui una sola completata.
Un’ultima curiosità: il borgo sorge proprio sul confine tra due comuni — una piccola parte appartiene a San Zeno di Montagna, mentre la restante si estende nel territorio di Caprino Veronese.


Armando Mazzola, il Maestro del legno
A Fintanorbole, il vero sovrano è senza dubbio lui: Armando Mazzola, uno dei quattro fratelli che hanno riportato in vita il borgo con passione e dedizione.
Le sue mani sanno dare anima al legno, trasformandolo in sculture che fanno sognare a occhi aperti: caminetti, scarponi da montagna, set da tè e da caffè, tavoli con sedie e una miriade di piccoli oggetti che sembrano usciti da una casa in miniatura. Ogni creazione richiama la vita rurale, quella semplice e autentica, fatta di utensili, calore e memoria. Sono pezzi che arredano case, taverne, mensole, vetrinette espositive — e che, personalmente, mi hanno fatto desiderare di possedere la più spettacolare casa delle bambole arredata che si possa immaginare.


Potete incontrare Armando e ammirare le sue opere nei mercatini artigianali di Verona e delle province limitrofe, oppure visitare la sua esposizione permanente a Fintanorbole, ospitata in una dependance trasformata in una stube-taverna, un luogo accogliente che vi avvolge letteralmente nel calore di casa.




Un’unica raccomandazione: prima di passare a trovarlo, avvisatelo sempre. Non è detto che sia in casa, e tutte le sue creazioni si trovano all’interno di una proprietà privata.
È sufficiente una semplice telefonata al numero 331.772.74.91 (ore pasti) per assicurarsi la possibilità di incontrare questo straordinario Maestro del legno e la sua arte fatta di passione e poesia.




La casetta sull’albero
Quando andrete a trovare il Maestro Armando, c’è una piccola meraviglia che non potete perdervi: una casetta sull’albero, costruita interamente dalle sue mani sapienti.
Sospesa tra i rami, pare quasi respirare con il bosco, custodendo il profumo del legno e la quiete dell’aria frondosa. È un rifugio che invita a sognare, un luogo capace di far riemergere il bambino acquattato in ciascuno di noi.
«Qui sono venuti anche degli sposi a fare qualche foto romantica», racconta Armando con un sorriso discreto, come se la casetta stessa sapesse mantenere i segreti di chi vi sale, tra foglie, vento e incanto.


Il più grande e antico castagno di San Zeno di Montagna
Lungo la carrareccia che da Lumini sale verso Fintanorbole, si erge un gigante silenzioso: il più grande castagno di San Zeno di Montagna. Il suo tronco, possente e nodoso, misura 7 metri e 45 di circonferenza, e la chioma si innalza per circa 15 metri contro il cielo.
Da più di tre secoli affonda le sue radici nella terra scura, vegliando sui passi dei viandanti e sulle stagioni che vanno e vengono. Come negargli un bell’abbraccione quando gli si passa davanti? È una delle cose più rigeneranti al mondo!


Come arrivare a Fintanorbole
Lasciate la vostra auto nel comodo parcheggio pubblico gratuito situato nel cuore di Lumini, una piccola e graziosa frazione di San Zeno di Montagna. Da lì, proseguite a piedi verso nord lungo la strada statale: dopo circa 350 metri, alla vostra destra scorgerete un capitello con accanto le indicazioni per Fintanorbole, ben visibili.
Imboccate la strada prima asfaltata e poi sterrata che si apre accanto al capitello e lasciatevi guidare dal suo ritmo tranquillo: una leggera salita di circa 1 km vi condurrà fino al borgo. Verrete immediatamente accolti dall’abbaiare festoso di alcuni cagnolini, da un maestoso pavone e da qualche bellissima gallinella bicolore; ma non spaventatevi, loro sono il campanello di benvenuto che avvisa le famiglie che qualcuno è arrivato!


Ricordate, però, che Fintanorbole è una proprietà privata. Se desiderate visitarlo, ammirare la mostra di sculture in legno o salire sulla casetta sull’albero, è necessario avvisare cortesemente il Maestro Armando Mazzola (come già indicato).
Ripetiamo per comodità il suo numero: 331.772.74.91.




Trekking da Fintanorbole per il Monte Baldo
Poco prima di arrivare al borgo, trovate alla vostra sinistra una scala in legno che imbocca i due principali sentieri per salire in quota sul Monte Baldo.
Il sentiero 51, che porta sul Monte Crocetta (in circa 45 minuti – un’ora per i meno allenati), passando tra faggi e castagni fino a vedere il lago di Garda.
Il sentiero 53, che porta a Malga Zilon (45 minuti) – Malga Cola (1 ora e 15 minuti) – Malga Zocchi (1 ora e mezza) – Malga Naole (2 ore e mezza). Oltre a godere dello splendido panorama sul lago di Garda e ad apprezzare la varietà di fiori e piante, di cui il Monte Baldo è ricco, si può ammirare la graziosa cappella del XVII secolo dedicata a Sant’Eustachio. Nota importante: in queste malghe non si trovano punti di ristoro. Portate acqua e spuntini nello zaino.






Ringrazio di cuore il Maestro Armando e sua moglie Anna, per avermi aperto le porte di casa e raccontato la storia del borgo. Sono queste piccole chiacchiere che rendono grande una giornata. Sono questi sorrisi e queste memorie che ci fanno sentire la linfa pulsante della vita, che continua a scorrere sopra radici ben salde.
Prima di salutarci, mi hanno offerto un caffè, e raccontando loro un po’ di vicissitudini tribolate della mia vita, il signor Armando mi ha risposto con un bellissimo pensiero, che voglio condividere con tutti voi: “hai saputo rispettare i tempi della natura, e lei ti ha premiata“.
Vorrei fosse un messaggio di forza, per tutte le persone che desiderano qualcosa di importante che stenta ad arrivare. Non sempre i piani temporali della nostra mente, collimano con quelli dell’universo; ma spesso, quando impariamo ad attendere con fiducia e sincerità, scopriamo che la vita sa sorprenderci nei modi più inattesi e gentili.
Ciao cari Outdoors!
Silvia Turazza








