Iniziamo con una citazione di Carl Sagan, noto astronomo e divulgatore scientifico: Da qualche parte, qualcosa di incredibile attende di essere conosciuto.
Ed è proprio questo l’intento dell’articolo che state leggendo: entrare nella “pancia” di una villa di incredibile bellezza, testimone di un’epoca passata, in cui ogni dettaglio è pensato e non lasciato al caso.


Breve storia di Villa Caffetto
Nata dalla visione condivisa dell’architetto Fausto Bontempi (1935 – 2025) e dell’artista-imprenditore Claudio Caffetto (1942 – 2022) tra il 1973 e il 1976, questa iconica residenza a Calcinato (Bs) sfida ogni categorizzazione, fondendo con audacia brutalismo, suggestioni postmoderniste, colori primari del Bauhaus e accenni high-tech in un dialogo inedito.
Il cemento armato dialoga con lastre di vetro e strutture metalliche, con inserti in legno e pietra – chiara influenza e ispirazione a Carlo Scarpa – che aggiungono calore e precisione artigianale.
Questa dimora trasforma lo spazio abitativo in un vero e proprio museo vivente, da vivere e attraversare: i volumi si articolano su livelli asimmetrici, tra stanze inclinate, rampe sospese e scale che disegnano percorsi ascensionali.


Cuore pulsante della composizione è una galleria interna che custodisce le opere dello stesso Caffetto, che diventò, e tutt’oggi ancora è, area espositiva e luogo di incontro per artisti internazionali (fra cui citiamo dal passato: Dadamaino, Berrocal, Hsiao Chin, Carmelo Cappello, Franco Grignani, Delima Medeiros, Claude Tieche, Rinaldo Pigola, Gino Cosentino).
Villa Caffetto è oggi annoverata tra i beni culturali architettonici della Regione Lombardia.


Chi è Claudio Caffetto?
Nato il 7 maggio 1942 a Brescia, Claudio Caffetto manifesta precocemente un talento artistico, incoraggiato dal pittore Romeo Bellucci, suo maestro elementare. Rimasto orfano di madre a soli 14 anni, inizia a lavorare come disegnatore nello studio dell’architetto Bruno Fedrigolli, dove sviluppa una passione per l’architettura e frequenta i corsi serali di disegno e scultura dell’AAB (Associazione Artisti Bresciani) sotto la guida dei maestri Corbellini e Lusetti.
In questo ambiente entra in contatto con figure di spicco dell’arte bresciana, tra cui Renato Laffranchi e il celebre collezionista Guglielmo Achille Cavellini. Parallelamente, si dedica alla progettazione di oggetti in peltro per artigiani locali, attività che lo porta, ancora ventenne, ad aprire a Brescia la bottega “Metalpilter”, specializzata in artigianato artistico in peltro.
Nel 1963 sposa Franca Manera, con cui avrà due figlie (Metilde e Giovanna), e trasferisce l’attività a Ponte San Marco di Calcinato. Negli anni, Caffetto amplia il suo raggio d’azione, diventando rappresentante sindacale per Confartigianato ed esportando le sue opere in Francia, Germania e Norvegia.
La svolta artistica arriva nel 1974, quando affida all’architetto Fausto Bontempi la realizzazione di Villa Caffetto, una casa-museo che diventa un vivace centro culturale, ospitando artisti come Miguel Berrocal, Franco Grignani e Dada Maino. Lo stesso Cavellini la inserirà tra i luoghi chiave della sua “autostoricizzazione”.


Negli anni ’80 fonda le Edizioni d’Arte Caffetto, dedicandosi alla produzione di multipli in bronzo, rame e peltro, mentre sul piano istituzionale ricopre incarichi di prestigio quali: Presidente nazionale di Assopeltro, Presidente della European Pewter Union e membro della Giunta della Camera di Commercio di Brescia.
Nel 1986 viene nominato Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Dopo il ritiro dagli impegni pubblici, negli anni ’90 si dedica con rinnovato vigore all’arte, esponendo in Svizzera, Francia e Norvegia, mentre la famiglia si allarga con quattro nipoti.
La sua vita è stata un intreccio unico di arte, artigianato e impegno sociale, lasciando un’eredità che unisce creatività, innovazione e cultura.


L’architettura di Villa Caffetto
Un dialogo simbiotico con il paesaggio
L’edificio si fonde con eleganza nella morfologia mutevole della collina sulla quale sorge, diventando esso stesso parte integrante del paesaggio. Attraverso ampie vetrate a parete e soffitto, la natura penetra all’interno in un gioco di prospettive multiple, mentre gli spazi architettonici sembrano protendersi verso il cielo e l’esterno in un’esplosione di volumi. La luce viene sapientemente domata: gli ambienti a nord sono illuminati da lucernari studiati per catturare la luce diffusa, mentre quelli a ovest protendono spigoli verso est, accogliendo anche i primi raggi dell’alba.
Architettura come provocazione
Il rapporto con il giardino circostante è essenziale: terrazzamenti, fioriere rigogliose e giardini pensili creano una continuità tra interno ed esterno. La progettazione rompe ogni schema tradizionale, abbracciando una logica di dinamismo, centrifugazione e sovversione dei canoni. Questa non è una casa nel senso convenzionale, ma un’esperienza percettiva in continua evoluzione, come la natura.


Una casa senza facciata, ma infinite prospettive
Priva di un vero e proprio fronte principale, la villa si presenta come un insieme di prospettive cangianti, dove i riferimenti classici – zona giorno, zona notte, hall – vengono superati da un’organizzazione spaziale audace. Percorsi sinuosi, rampe, scale a chiocciola, ponti sospesi, feritoie e trasparenze si intrecciano in una pianta che invita all’esplorazione. L’abitare non è più inteso come semplice riposo o svago, ma come un’esperienza dinamica, in movimento, capace di stimolare l’immaginazione.
Materiali inusuali e sperimentazione
L’uso dei materiali riflette questa filosofia: cemento armato a vista, legno, lastre in pietra e coperture metalliche si combinano in un equilibrio di contrasti e colori ben precisi. All’interno, pavimenti in ardesia lucidata a cera si arricchiscono di inserti in marmo rosa di Asiago, mentre all’esterno dominano l’ardesia naturale e il rosso Verona. Serramenti in legno o metallo verniciato completano un quadro di raffinata eterogeneità.
Tutti i mobili all’interno sono pezzi unici originali degli anni Settanta, ideati dal signor Caffetto e creati dalle abili mani di suo fratello falegname, a cui è dedicato anche un busto all’interno dell’area espositiva.


Quando e come visitare Villa Caffetto
Villa Caffetto è visitabile ogni mese durante un weekend, in cui vengono organizzate sia visite guidate, che veri e propri corsi, workshop ed eventi culturali. Vi consigliamo di seguire la loro pagina Instagram (@villacaffetto) o il loro sito internet www.villacaffetto.it, in cui vengono sempre aggiornate le varie iniziative.
La casa è ubicata in Via Dottor Luigi Branca 2 a Calcinato (Bs). Si può comodamente parcheggiare l’auto lungo la via; per vetture grandi e pulmini si trova anche un comodo parcheggio pubblico a poche decine di metri in Via Martiri delle Foibe.


Cosa fare e vedere nei dintorni di Villa Caffetto
La villa sorge a una manciata di minuti d’auto dal bellissimo centro storico di Montichiari, con la sua Basilica e il Castello Bonoris.
A soli 20 minuti invece troviamo i pittoreschi centri storici di Desenzano del Garda (il più vicino), seguito ad est da Sirmione e ad ovest da Padenghe sul Garda e tutta la collinare Valtenesi.
A poco meno di mezz’ora una delle città più sorprendenti del lago di Garda: Brescia.
Volete vivere ancora di più il territorio? Date un’occhiata alla nostra sezione Experience e lasciatevi ispirare!


Altre info utili
Villa Caffetto non si può solo visitare, si può vivere! La piccola dependance dell’edificio è infatti adibita ad appartamento in affitto per 2 persone, che consente anche l’utilizzo del parco e della grande piscina in modo esclusivo.
La Villa è anche disponibile per organizzare eventi privati e aziendali, mostre, shooting e progetti culturali.
La vivibilità interna non consente di ospitare sedute un ingente numero di persone, per questo non è adatta a matrimoni o cerimonie con molti invitati.


La nostra visita a Villa Caffetto è stata una vera esplosione di sorpresa e meraviglia.
Non aspettatevi che i vari ambienti siano al “loro posto” nel modo convenzionale e standard a cui siamo abituati.
La grande emozione che regala sta proprio qui: una sagace ribellione contro l’ordinario, dove i muri diventano ali, i soffitti si aprono al cielo e ogni passo è un viaggio tra arte e paesaggio.
Una casa che non si limita a essere abitata, ma vive, respira e stupisce, proprio come chi l’ha immaginata.
Un sentito ringraziamento alla signora Metilde Caffetto, che ci ha aperto le porte di casa e del cuore.
Ciao cari Outdoors!
Silvia Turazza
